Sono trascorsi tre anni dalla mia prima visita all’Osteria Arbustico di Cristian Torsiello, visita ripetuta alcune volte, ma meno di quanto vorrei a causa della distanza.
Non era necessaria, insomma, la stella quest’anno giustamente attribuita a Cristian dalla guida Michelin perché decidessi di ritornarci.
Per aver voglia di percorrere nuovamente le campagne piene di ulivi che si inerpicano sulle colline salernitane a un tiro di schioppo dall’Irpinia e dalla Basilicata mi bastava sapere che alla tavola di Cristian avrei trovato momenti di vera letizia, una cucina ragionata, pulita, inventiva e seria che questo giovane chef, brillante davvero, sa far parlare da sola, senza costruire vane filosofie che poco aggiungono al piacere del piatto. E un locale caldo in cui il servizio è attento e mai invadente, per di più veloce.
Andando a cena ci si perde la splendida vista dalle vetrate, purtroppo, ma ciò che arriva in tavola consola della rinuncia.
Arbustico è il ristorante che vorrei avere vicino: ogni singolo piatto lascia senza appunti da fare e difetti da rimarcare, i sapori sono definiti, i profumi incantano; in più, i prezzi sono decisamente accessibili per un ristorante stellato (degustazione 4 portate 35 euro, sei portate 50) e la scelta di Cristian di lavorare nel suo piccolo paese va lodata e premiata.
Devo dirlo e ripeterlo: non scrivo recensioni, non usurpo un mestiere che non è il mio, non ho questa pretesa.
Mi piace parlare di ciò che mi convince in base al mio gusto personale.
E a cena all’Osteria Arbustico mi ha convinto tutto, e il piatto nella foto qui sotto più di tutto: era il più audace, ma funzionava. L’amaro, intenso ma morbido, del brodo si integrava benissimo con la dolcezza della cipolla che scoppiava mordendo i raviolini.
Il raviolo nella foto sopra, di contro, (coniglio, olive nere, parmigiano, capperi, limone) era forse il piatto più piacione e l’ho trovato in ogni caso delizioso.
Che è come dire: che cerchi la sfida o la certezza, a me la cucina di Torsiello lascia belle sensazioni comunque.
E fin qui, di Arbustico. Passiamo all'<oltre>.
È un fatto: la gastronomia di qualità può fare da richiamo e attirare l’attenzione su luoghi emarginati dal turismo e sconosciuti anche ai residenti nella regione. Io ne sono la prova: senza remore dichiaro la mia ignoranza e riconosco che solo adesso, avendo avuto la buona idea di fermarmi ad alloggiare per una notte nella zona, ho scoperto che Valva nasconde uno di quei tesori misconosciuti che l’Italia cela in ogni suo canto più o meno remoto.
Proprio nel centro del piccolo borgo, su cui il terremoto del 1980 purtroppo infierì, sorge la villa d’Ayala, dimora aristocratica della famiglia dei marchesi d’Ayala, circondata da mura e inserita in un vasto parco costituito da boschi e giardini all’italiana, disseminato di busti, gruppi scultorei, fontane e al centro del quale sorge un edificio abitativo, sorta di castello edificato nei primi decenni del ‘900 sul preesistente palazzo baronale, che versa purtroppo in cattive condizioni e in cui sono in corso lavori di consolidamento. Il parco, la cui concezione originaria risale al XVIII secolo, è stato più volte modificato e risistemato, soprattutto negli anni ’30 del ‘900, e in seguito malauguratamente depredato di alcune delle sculture. Oggi è possibile visitarlo, accompagnati da una guida, nei fine settimana e nei giorni festivi.
Ne vale la pena: l’atmosfera è quella romantica e un po’ fosca che andava di moda nei decenni tra ‘800 e ‘900, la vegetazione intricata e bellissima, e la passeggiata tra grotte, vasche, fontane, merli e capricci architettonici e mitologici riserva momenti deliziosi.
Osteria Arbustico
Contrada Deserte, Valva (SA)
Tel. 0828.796266
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